Era maggio del 2016, a Mercato San Severino (SA) viveva una cagnolina randagia, uno scricciolo di 5 kg, una vita di stenti, sempre alla ricerca di cibo e un riparo per la notte, contro freddo e intemperie, come purtroppo succede a moltissimi cani, specie al Sud.
Per lei questa era la normalità, vita dura da guadagnare ogni giorno, forse con la complicazione che le veniva dall’essere piccola, tuttavia riusciva a campare, a costo di quali sacrifici non possiamo sapere, ma sicuramente immaginare.
Un giorno la piccola venne investita e lasciata per parecchio tempo a terra agonizzate e con la spina dorsale spezzata, finchè non è stata soccorsa da Tatiana Pardo, una giovane che ama gli animali e che lavorava vicino al luogo dell’investimento.
La prospettiva, secondo i termini di legge, era portarla al canile, dove sarebbe sicuramente stata soppressa, Tatiana non lo permise e portò subito la piccola, che poi ha chiamato TRILLY, dal suo veterinario di fiducia, dott. Gianfranco Gorga, anche lui assolutamente contrario alla soppressione, il dottore, dopo il primo soccorso, cure e terapie, la tenne ricoverata, in attesa di trovare una soluzione adeguata.
Fu interessata una grande volontaria, Maria Piselli, che si mise subito a disposizione, con la sua rete di volontarie, per affrontare la questione, valutando tutte le possibili alternative, operazione non facile, viste le condizioni di Trilly, per la quale il veterinario confermò la rottura della spina dorsale, quindi l’impossibilità di tornare a camminare e la necessità di ‘spremerla’ almeno 3 volte al giorno per farle espletare le sue funzioni fisiologiche...
Trilly soffriva anche di una brutta rogna dermodettica, che, aggiunta allo stato di invalidità, rendeva ancor più difficoltosa la possibilità di trovare un’adozione.
Maria non si è scoraggiata e, aiutata da amiche e amici, ha avviato una raccolta fondi, per cure, analisi, esami e mantenimento, contemporaneamente alla ricerca di possibili adottanti.
Fu così che arrivò alla nostra Tribù, che poi si sarebbe chiamata TRIBU’ di TRILLY, conobbe Clara-Aldina e Alessia Morari che l’aiutava e l'aiuta… ci fu un’empatia immediata e Trilly arrivò in pochissimo tempo.
Io, Corrado, seguivo alcune volontarie che ritenevo vere e appassionate, di quelle che fanno bene agli animali perché li amano, come Maria Piselli, che ho incrociato e seguito per alcuni casi.
Era difficile, come lo è anche oggi, distinguere i veri volontari dagli approfittatori e dagli esibizionisti, io mi ero imbattuto in alcuni di loro e ne ero rimasto scottato, diventando molto diffidente, Maria mi aveva subito convinto, seguendo lei sono arrivato al caso di TRILLY.
Visto che la piccola era arrivata da Clara/Aldina e che mi suscitava tanta tenerezza, ho deciso, prima di impegnarmi, di andare a visitare il rifugio dove stava la piccola, mi sono bastati pochi minuti per decidere, avevo trovato un paradiso degli animali, un luogo e una comunità che ho messo subito sullo stesso piano del rifugio di Ulmino, nelle colline di Rimini, una realtà, anche quella, inimmaginabile per chi non è andato a visitarla, persone meravigliose, dedicate al 100% al bene degli animali più sfortunati e bisognosi.
Ecco, alla Tribù ho trovato un ambiente di questo tipo, un luogo dove si salvano gli animali, si curano, si mantengono, e, aspetto non meno importante degli altri, viene ridata loro la dignità di una vita perduta e poi recuperata.
Da quel momento sono entrato a far parte stabilmente della Tribù (assieme a Clara/Aldina, la figlia Dado, Alessia, Enrichetta, Antonella, Dusilla ed altre amiche arrivate in seguito), dedicando una discreta parte del mio tempo al bene di quelle creature che, oltre alle cure fisiche, comunicano ed esprimono una grande necessità di riscatto, vicinanza, affetto e considerazione… e corrispondono come solo loro sanno fare, con il loro amore animale, che secondo me è la massima espressione di questo sentimento.
I primi tempi alla Tribù sono stati impegnativi per Trilly, ma soprattutto per Clara/Aldina, per le patologie della piccola.
Un paio di giorni per tranquillizzarla e assorbire lo stress del trasferimento, dopo quello dell’incidente, le prime cure e un ambiente insolito per un randagio, come una clinica veterinaria.
Al terzo giorno una visita completa dal nostro veterinario, comprensiva di ecografia, raggi, analisi e test per malattie contagiose come la leishmania, oltre alla sua rogna demodettica, fortunatamente non contagiosa.
La rogna non l’ha mai abbandonata, anche se è stata ampiamente contenuta… ogni tanto si ripresentava, ma subito curata e arginata, mentre la sua invalidità ha dato gli inconvenienti tipici per chi non ha stimoli per urinare e deve essere ‘spremuto’, cioè periodiche infezioni dell’apparato urinario, con inevitabili ripercussioni su vescica e soprattutto reni.
Nel giro di poco tempo Trilly è diventata un punto di attenzione particolare per la comunità della Tribù, fino a rappresentarla col suo nome
… ed è così che abbiamo cominciato a chiamarla Tribù di Trilly, anche se il carattere schivo e timido della piccola non la configurava come un personaggio dominante, ma forse è proprio per questo che la abbiamo dedicato il nostro rifugio, perché lei lo rappresentava pienamente...
decisa e combattiva, come si addice a chi è abituato a lottare con la vita e per la vita, ma tranquilla, mite e buona con tutti, forse nella consapevolezza di avere trovato, dopo diversi anni di vita dura, una dimensione di sfortunati che hanno scoperto la dignità di una nuova esistenza, con la cura delle ferite fisiche e psicologiche, con la tranquillità di cibo sicuro e buono, coccole e amore… elementi, per molti di questi piccoli, mai provati nella loro vita e per altri ormai persi da tempo.
Ora TRILLY non è più con noi, le conseguenze della sua disabilità e del trauma subito hanno compromesso irrimediabilmente gli organi interni e dopo 2 anni ci ha lasciato fisicamente, ma resta sempre nel nostro cuore e nei nostri pensieri... ogni bimbo della Tribù che le abbiamo dedicato ce la ricorda.
TRILLY impacciata - dal sacchetto protettivo al carrellino